Le nuove piattaforme robotiche e la chirurgia urologica del futuro

Le nuove piattaforme robotiche e la chirurgia urologica del futuro

Da quando è stato introdotto la prima volta nelle sale operatorie, il robot ha cambiato per sempre il modo di pensare, programmare ed eseguire gli interventi chirurgici. Nell’ultima decade abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione tecnologica che ha portato a definire nuovi standard chirurgici in tutto il mondo. Interventi un tempo ritenuti estremamente complessi e pericolosi, e che potevano essere eseguiti esclusivamente in centri ad alto volume da chirurghi esperti - come la nefrectomia parziale per tumore renale o la prostatectomia nerve sparing per tumore prostatico – oggi sono diventati più semplici e sicuri.

Una nuova generazione di chirurghi robotici si è rapidamente formata grazie alla possibilità di vedere in diretta gli interventi eseguiti da chirurghi esperti, dalla stessa consolle da cui il chirurgo manovra il robot. Inoltre, le nuove piattaforme robotiche integrano sempre più le immagini delle TAC e delle Risonanze Magnetiche dei pazienti, acquisite prima dell’intervento chirurgico, permettendo ai chirurghi esperti di mostrare i reperi anatomici ed i passaggi tecnici che saranno fondamentali, ed ai chirurghi in formazione di simulare l’intervento chirurgico fuori dalla sala operatoria.

Grazie all’introduzione dell’intelligenza artificiale nella prossima generazione di robot, sarà possibile riconoscere immediatamente strutture anatomiche complesse ed evitare manovre che potrebbero essere potenzialmente pericolose. Molti si chiedono se nei prossimi decenni si assisterà alla completa sostituzione del chirurgo da parte di robot sempre più sofisticati e capaci di pensare. Per quanto stimolante dal punto di vista speculativo, la scomparsa della figura umana dalle sale operatorie sembra realmente un ipotesi impossibile. Nessuna macchina può infatti sostituire il rapporto chirurgo-paziente o il rapporto maestro-allievo che ha portato nella storia della chirurgia alle conquiste straordinarie che possiamo vedere oggi.

Riferimento: https://www.healthtech360.it/salute-digitale/robotica/chirurgia-robotica-stato-dellarte-e-cosa-ci-riserva-il-futuro/

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Prova costume: come dieta ed esercizio fisico migliorano la salute maschile

Prova costume: come dieta ed esercizio fisico migliorano la salute maschile

Con l’inizio della bella stagione molti uomini iniziano a mettersi a dieta ed a fare esercizio fisico, in previsione dell’imminente “prova costume. Un'alimentazione inadeguata ed uno stile di vita sedentario sono tra i principali fattori di rischio per una serie di disturbi, tra cui quelli legati alla salute urinaria e sessuale. Come dimostrato da numerosi studi internazionali del Prof. Mauro Gacci, una dieta ricca di grassi saturi e zuccheri può portare a sovrappeso, diabete e infiammazione cronica pelvica oltre ad uno squilibrio ormonale maschile, condizioni che influiscono negativamente sulla funzionalità del sistema urinario e sulla sfera sessuale. Allo stesso modo, la mancanza di attività fisica contribuisce a un indebolimento del pavimento pelvico e a una scarsa circolazione sanguigna a livello di tutti gli organi dello scavo pelvico, fattori che possono compromettere il controllo urinario e la salute sessuale.

Al contrario, una dieta povera di grassi saturi e zuccheri, ma ricca di frutta, verdura e fibre, è fondamentale per mantenere un peso corporeo sano, oltre a ridurre l'infiammazione e ripristinare i normali livelli ormonali. In numerosi articoli scientifici pubblicati dal Prof. Gacci in collaborazione con altri centri internazionali, è stato evidenziato come l'adesione alla dieta mediterranea, caratterizzata da un alto consumo di alimenti vegetali, pesce e olio d'oliva, sia associata a una minore incidenza di disfunzione erettile e disturbi minzionali. In particolare, una ricerca ha mostrato che l'aderenza alla dieta mediterranea è correlata a una minore incidenza di disfunzione erettile tra gli uomini, suggerendo che una dieta sana può avere effetti positivi sulla sfera sessuale.

Anche l'esercizio fisico regolare è essenziale per migliorare la salute urinaria e sessuale. Numerosi studi hanno dimostrato che l'attività fisica riduce il rischio di sviluppare sintomi e disturbi urinari negli uomini, migliorando la qualità della vita e favorendo la funzione sessuale. Inoltre, l'esercizio fisico aiuta a mantenere un peso corporeo sano, riducendo il rischio di sviluppare condizioni come l'ipertensione e il diabete, che possono influire negativamente sulla salute urinaria e sessuale.

Riferimenti: https://journals.sagepub.com/doi/10.5301/uj.5000255?url_ver=Z39.88- 2003&rfr_id=ori:rid:crossref.org&rfr_dat=cr_pub%20%200pubmed

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Le nuove terapie focali per il trattamento del tumore della prostata

Le nuove terapie focali per il trattamento del tumore della prostata

Il tumore della prostata è la più frequente neoplasia nell’uomo. Oggi, oltre alle più avanzate tecniche robotiche e i nuovi
trattamenti radianti, in grado di trattate l’intera ghiandola prostatica, sono emerse numerosi nuovi trattamenti miniinvasivi per
poter trattare solamente una piccola parte di prostata, preservando il resto dell’organo e la sua funzione. Il prof. Mauro Gacci è
stato inviato al prestigioso congresso internazionale IBUS (International British Urological Society) a parlare dei diversi
trattamenti focali di prostata.

Le terapie focali sono nuove tecniche che mirano a distruggere esclusivamente il tumore presente nella prostata, risparmiando i
tessuti sani circostanti. A differenza dei trattamenti tradizionali, che coinvolgono l’intera ghiandola prostatica, queste nuove
tecniche si concentrano su aree molto precise, nei casi in cui il tumore di prostata è localizzato. In questo modo, si limitano
significativamente gli effetti collaterali, come l’incontinenza urinaria e la disfunzione erettile, che spesso derivano dal
trattamento di tutta la prostata in blocco sia con chirurgia che con radioterapia

Come presentato durante il convegno dal Prof. Gacci, ad oggi esistono bel 10 differenti tecniche di terapia focale del tumore prostatico. In alcuni casi, come per la brachiterapia o l’HIFU, si tratta di tecniche che hanno raggiunto un discreto livello di validazione scientifica, mentre molte altre – supportate da pochi dati in letteratura - devono essere considerate ancora metodiche sperimentali. Solamente pazienti con tumori di prostata localizzati e poco aggressivi sono ad oggi candidabili a questo tipo di trattamento. Per tutti gli altri la chirurgia e la radioterapia -associate anche tra loro ed a nuove terapie farmacologiche –
rappresentano ancora i trattamenti di riferimento.

In molti casi si tratta di procedure che possono essere fatte in regime ambulatoriale o in day hospital e che spesso necessitano solamente di un’anestesia locale (il paziente può essere sveglio e non sente dolore durante l’intero trattamento). La minore invasività permette un recupero molto rapido della funzione urinaria e sessuale, un miglioramento della qualità di vita ed un pronto ritorno alle proprie attività quotidiane.

Attualmente l’aggiunta di queste nuove tecnologie all’armamentario dell’urologo nel trattamento del tumore di prostata, apre alla possibilità di personalizzare il trattamento, ovvero di trattare ogni singolo paziente affetto da neoplasia in modo diverso a seconda delle caratteristiche della neoplasia, dell’anatomia della prostata, e dei sintomi e dei disturbi urinari e sessuali del paziente. La sfida dei prossimi anni è comprendere come massimizzare i risultati oncologi e funzionali per ogni singolo paziente, effettuando in ogni singolo centro di riferimento un monitoraggio continuo dei risultati ed un confronto con gli altri centri di
eccellenza che in tutto il mondo stanno portando avanti queste tecnologie

Riferimento: https://www.ibus.org.uk/upcoming-events

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Colica renale: come riconoscerla subito e quando andare dal medico

Colica renale: come riconoscerla subito e quando andare dal medico

La colica renale è una delle emergenze urologiche più comuni e dolorose. Si stima che circa 1 persona su 10 la sperimenti nel corso della vita, con una maggiore incidenza tra i 30 e i 60 anni. Soprattutto nel periodo estivo, questa spiacevole condizione patologica può colpire sia gli uomini che le donne. Riconoscerne tempestivamente i sintomi è fondamentale per evitare complicazioni e intervenire in modo efficace.

Cos’è una colica renale? È un dolore intenso, insorto rapidamente, causato dal passaggio di un calcolo urinario o di un frammento di esso, che ostruisce parzialmente o totalmente il flusso dell'urina dai reni, attraverso l’uretere, fino alla vescica.
Questa ostruzione provoca un aumento della pressione nelle vie urinarie, causando il dolore violento ed improvviso, tipico della colica renale.

I sintomi principali di una colica renale che pongono un chiaro sospetto clinico sono:

  • Dolore lombare intenso (95% dei casi), spesso dal un solo lato, che può irradiarsi verso l’addome inferiormente, fino all’inguine ed ai genitali
  • Dolore a ondate (di tipo colico appunto), con picchi acuti alternati a momenti di parziale sollievo
  • Difficoltà a trovare una posizione che possa ridurre il dolore.
  • Nausea e vomito (50-60% dei pazienti)
  • Urine torbide, scure, maleodoranti o con tracce di sangue (30-40% dei casi)
  • Bisogno di urinare spesso e con urgenza talvolta associato a bruciore minzionale.

È necessario contattare il proprio urologo di fiducia in caso di:
1. Dolore insopportabile o persistente: Ovvero il dolore che non passa nonostante l’assunzione di farmaci antidolorifici ed antiinfiammatori (come il paracetamolo o ibuprofene), che dura più di 6 ore e che ritorna molto spesso in breve tempo.
2. Febbre associata brividi: Una febbre alta (superiore a 38-39 °C) può indicare un’infezione renale (pielonefrite), che può causare gravi e persistenti danni al rene se non trattata rapidamente. I brividi intensi associati a febbre e la sensazione di malessere generale come durante una grave influenza sono un segnale di sepsi urinaria.
3. Sangue nelle urine: La comparsa di sangue nelle urine può essere causata dal passaggio di un frammento di calcolo attraverso le vie urinarie. Deve essere trattato tempestivamente per evitare la formazione di coaguli ostruenti all’interno dell’apparato urinario
4. Ritenzione urinaria o anuria: Grosse difficoltà ad urinare, o l’incapacità totale di urinare possono essere indicativi di un’ostruzione completa dovuta ad un calcolo incuneato nelle vie urinarie. Nei soggetti con funzionalità renale ridotta o con un solo rene, questo sintomo è particolarmente grave e deve essere trattato subito dall’urologo.

Non tutti i dolori al fianco, addominali, o la febbre con emissione di sangue nelle urine sono imputabili a coliche renali, ma una diagnosi tempestiva da parte dell’urologo, permette di distinguere un calcolo delle vie urinarie da altre patologie (appendicite, colica biliare, patologie ginecologiche, ecc.) e iniziare subito la terapia adeguata con il miglior specialista di riferimento.
Quindi è molto importante comprendere che in caso di dolore persistente, associato a febbre o ematuria, ci si deve immediatamente rivolgere all’urologo per poter scongiurare sequele anche gravi che si possono innescare rapidamente.

Riferimento bibliografico: https://www.my-personaltrainer.it/salute/colica-renale.html

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Pubblicata la prima revisione sistematica sull’utilizzo dell’echolaser per il trattamento ambulatoriale mini-invasivo dell’ipertrofia prostatica benigna

Pubblicata la prima revisione sistematica sull’utilizzo dell’echolaser per il trattamento ambulatoriale mini-invasivo dell’ipertrofia prostatica benigna

il trattamento chirurgico standard per l’ipertrofia prostatica benigna (IPB) è la resezione transuretrale della prostata (TURP), ma questa procedura può comportare effetti collaterali significativi, come l'eiaculazione retrograda o l'assenza di eiaculazione, influendo sulla qualità della vita sessuale dei pazienti. Inoltre è una proceduta che prevede un ricovero ed un trattamento in sala operatoria tramite anestesia.

Negli ultimi anni, l’ECHOLASER -TPLA (Trans Perineal Laser Ablation) è emersa come alternativa minimamente invasiva per il trattamento dell’IPB. Questa tecnica utilizza un laser sviluppato da ELESTA per ridurre il volume prostatico mediante l’utilizzo di aghi introdotti per via perineale, sotto anestesia locale, in modalità ambulatoriale, offrendo potenziali vantaggi in termini di sicurezza ed efficacia. 

Recentemente, un gruppo di ricercatori guidati dal Prof. Mauro Gacci ha pubblicato una revisione sistematica aggiornata e un'analisi combinata di studi pilota sull'uso dell’Echolaser - TPLA per l'IPB. La ricerca ha incluso 17 studi, di cui 2 trial clinici randomizzati che confrontavano la TPLA con la TURP, 12 studi prospettici e 3 retrospettivi non randomizzati. Nel complesso, sono stati analizzati i dati di 297 pazienti sottoposti a TPLA [Alberti A, Lo Re M, Nicoletti R, Polverino P, Cadenar A, Ciaralli E, Solazzi F, Giustozzi B, Sessa F, Rivetti A, Campi R, Sebastianelli A, Serni S, Gacci M. Transperineal laser ablation in the management of benign prostatic hyperplasia: an updated systematic review and pooled analysis. Prostate Cancer Prostatic Dis. 2025 Mar 12. doi: 10.1038/s41391-025-00952-1. Epub ahead of print. PMID: 40074835]. 

La TPLA ha portato a significativi miglioramenti nei parametri urinari. Il flusso urinario massimo (Qmax) è aumentato da una media di 8,69 mL/s a 17,12 mL/s dopo 12 mesi. Il residuo post-minzionale (PVR) è diminuito da 91,94 mL a 22,27 mL nello stesso periodo. Il punteggio internazionale dei sintomi prostatici (IPSS) è passato da 20,96 a 6,40, indicando un notevole sollievo dei sintomi urinari. 

Inoltre, la TPLA ha mostrato un impatto minimo sulla funzione sessuale. Studi specifici hanno evidenziato che la procedura non ha influenzato negativamente la funzione erettile e ha portato a un miglioramento significativo della funzione eiaculatoria. 

Infine, la procedura è stata generalmente sicura, con la maggior parte degli eventi avversi classificati come di grado basso secondo la scala di Clavien-Dindo. Non sono stati riportati eventi avversi maggiori (grado > III). 

In conclusione, la Laser Ablation Transperineale rappresenta una promettente opzione minimamente invasiva per il trattamento dell'IPB, offrendo miglioramenti nei sintomi urinari e nella funzione sessuale con un buon profilo di sicurezza.

Ref: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40074835/

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Il prof. Mauro Gacci eletto membro dell’EAU GUIDELINES OFFICE

Il prof. Mauro Gacci eletto membro dell’EAU GUIDELINES OFFICE

L'EAU (European Association of Urology) conta oltre 18.000 membri provenienti da più di 124 paesi, rendendola una delle principali associazioni urologiche a livello mondiale Le linee guida europee di urologia (EAU guidelines) rappresentano il testo di riferimento della disciplina urologica in tutto il mondo. 

I dati presentati all’ultimo congresso internazionale di urologia hanno evidenziato come siano oltre 650.000 gli utilizzatori nel mondo di queste preziose linee guida. In molti paesi, il libro delle linee guida rappresenta il libro di testo per i giovani specializzandi in formazione. I sistemi sanitari di molti paesi, utilizzano le EAU guidelines per sviluppare i propri LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre la maggior parte delle compagnie assicurative di tutto il mondo le usano per prevedere ed adattare i rimborsi per i trattamenti medici e chirurgici. 

La versione 2025 delle linee guida è basata su 8 linee guida oncologiche ed 11 linee guida non oncologiche. Un recente studio italiano ha valutato l'adesione da parte degli urologi italiani alle EAU guidelines, rilevando una variazione nell'adesione, con punteggi medi che vanno dal 54,5% al 97,1% per le linee guida oncologiche e dal 45% all'87,6% per quelle non oncologiche [Cacciamani G, Artibani W, Briganti A, N'Dow J. Adherence to the European Association of Urology Guidelines: A National Survey among Italian Urologists. Urol Int. 2018;100(2):139-145. doi: 10.1159/000486344. Epub 2018 Jan 16. PMID: 29339653].

Oltre 300 esperti di fama internazionale - provenienti da ogni parte del mondo- compongono i 19 panels delle linee guida europee. Il Prof. Mauro Gacci, che per oltre 10 anni è stato membro del panel della patologia prostatica delle linee guida dell’EAU, è stato scelto dal 2025 come nuovo membro dell’ “EAU GUIDELINE OFFICE”, ovvero dell’organo ristretto che supervisiona e supporta tutti i Comitati delle Linee Guida EAU e facilita tutti gli aspetti dello sviluppo delle linee guida, attraverso la promozione attiva del miglioramento continuo della qualità; stabilendo le priorità per lo sviluppo strategico dell'Ufficio Linee Guida EAU.

Questa nuova carica rappresenta un importante risultato non solamente per il Prof. Gacci, l’urologia fiorentina, per il policlinico di Careggi e per l’università di Firenze, ma per tutta l’urologia italiana, riconosciuta in tutto il mondo come modello di riferimento per l’assistenza, la didattica e la ricerca. 

Ref: https://uroweb.org/guidelines

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Disfunzioni urinarie nei giovani uomini: lo studio internazionale che fa luce su diagnosi e trattamenti

Disfunzioni urinarie nei giovani uomini: lo studio internazionale che fa luce su diagnosi e trattamenti

La gestione delle disfunzioni urinarie nei giovani uomini rappresenta una delle sfide più delicate dell’urologia moderna. In particolare, due condizioni spesso sottovalutate – l’ostruzione primaria del collo vescicale (Primary bladder neck obstruction - PBNO) e la minzione disfunzionale (Disfunctional voiding - DV) – possono avere un forte impatto sulla qualità della vita, pur colpendo pazienti tra i 18 e i 50 anni.

Un'importante revisione sistematica e meta-analisi eseguita da un gruppo di ricercatori internazionali di cui fa parte il Prof. Mauro Gacci, appena pubblicata su European Urology Focus, ha fatto il punto sulla situazione, offrendo un quadro aggiornato e dettagliato sulle migliori strategie diagnostiche e terapeutiche oggi disponibili [Creta M, Baboudjian M, Sakalis V, Bhatt N, Nunzio C, Gacci M, Herrmann TRW, Karavitakis M, Malde S, Moris L, Netsch C, Rieken M, Schouten N, Tutolo M, Yuan Y, Hashim H, Cornu JN. Management of Primary Bladder Neck Obstruction and Dysfunctional Voiding in Young Men: A Systematic Review and Meta-analysis. Eur Urol Focus. 2025 Feb 17:S2405-4569(25)00012-4. doi: 10.1016/j.euf.2025.01.011. Epub ahead of print. PMID: 39965997]. 

La video-urodinamica si conferma lo standard diagnostico per entrambe le condizioni, integrando informazioni anatomiche e funzionali in modo più completo rispetto ad altri strumenti.

Per chi soffre di PBNO, il primo passo è solitamente l’uso di alfa-bloccanti, farmaci che aiutano a rilassare la muscolatura del collo vescicale. I pazienti mostrano un miglioramento dei sintomi in media del 30-40% ed un flusso urinario più forte, con un aumento medio del 25-30%. Tuttavia, questi farmaci non sono esenti da effetti collaterali: tra i pazienti trattati, quasi 1 su 2 lamenta disturbi dell’eiaculazione, e tra il 23% e il 52% dei casi il trattamento non è sufficiente, rendendo necessario un secondo intervento.

In questi casi, si passa spesso alla chirurgia, in particolare all’incisione del collo vescicale (BNI). I risultati sono in genere migliori: i sintomi migliorano in media del 50% ed il flusso urinario aumenta anche del 50-60%. Ma anche qui bisogna fare attenzione: la disfunzione eiaculatoria può presentarsi, sebbene in misura variabile. 

Una possibile alternativa, ancora in fase sperimentale, è l’uso della tossina botulinica (OnabotulinumtoxinA). Nei primi due mesi, i risultati sono molto promettenti: miglioramenti dei sintomi fino al 70% e del flusso urinario aumentato del 60-70%, senza nessun caso di disturbo eiaculatorio. Purtroppo, questi benefici tendono a diminuire col tempo, e servono ulteriori studi per confermare l’efficacia a lungo termine.

Infine, per chi soffre di minzione disfunzionale (DV) – spesso legata a meccanismi comportamentali o a tensioni muscolari involontarie – l’unico approccio validato è quello che unisce modifiche dello stile di vita e biofeedback. In questo caso, l’83% dei pazienti riferisce un miglioramento dei sintomi dopo tre mesi di trattamento.

Ref: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39965997/

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Come la PET-PSMA sta rivoluzionando la terapia focale del tumore di prostata

Come la PET-PSMA sta rivoluzionando la terapia focale del tumore di prostata

La terapia focale rappresenta un'alternativa promettente ai trattamenti radicali per il carcinoma prostatico localizzato in pazienti selezionati. Tuttavia, non è ancora considerata una terapia standard, e manca un consenso condivido sulla gestione post-trattamento. 

In questo contesto, la Tomografia a Emissione di Positroni con Antigene Prostatico Specifico (PET-PSMA) potrebbe supportare la Risonanza Magnetica Multiparametrica (mpMRI) sia nella pianificazione pre-operatoria che nel follow-up. Un recente studio pubblicato su Prostate Cancer and Prostatic Diseases ha esaminato il ruolo della PSMA-PET in questi ambiti, evidenziando applicazioni promettenti ma non ancora validate [Nicoletti R, Alberti A, Gauhar V, Ciaralli E, Yee CH, Chiu P, Leung D, Castellani D, Tokas T, Somani B, Sessa F, Enikeev D, Vasdev N, Serni S, Campi R, Gacci M, Ng ACF, Teoh JYC. Is there a role of PSMA-PET in focal therapy planning and follow-up? Prostate Cancer Prostatic Dis. 2025 Feb 13. doi: 10.1038/s41391-025-00944-1. Epub ahead of print. PMID: 39939364]. 

Il gruppo di ricerca internazionale, di cui fa parte il Prof. Mauro Gacci, ha effettuato una revisione sistematica analizzando sette studi. Da questa ricerca è emerso che le possibili applicazioni della PSMA-PET nella terapia focale del carcinoma prostatico sono: 

  1. Pianificazione pre-operatoria e stadiazione: Migliorare la selezione dei pazienti identificando lesioni intraprostatiche sospette e ottenendo una stadiazione locale e sistemica più accurata.
  2. Guida per biopsie e definizione delle aree di interesse: Assistere nella localizzazione precisa delle lesioni per biopsie mirate e nella definizione delle aree da trattare.
  3. Strumento di follow-up: Ridurre il numero di biopsie di sorveglianza non necessarie monitorando in modo non invasivo la risposta al trattamento.

Nonostante le prospettive promettenti, le evidenze attuali sull'uso della PET-PSMA nella terapia focale sono limitate e inconclusive. 

In conclusione, mentre la PSMA-PET offre potenziali vantaggi nella gestione del carcinoma prostatico attraverso la terapia focale, sono necessari ulteriori studi per determinarne l'efficacia clinica. Il Prof. Gacci continua a essere una figura chiave in questa ricerca, contribuendo a plasmare il futuro della diagnostica e del trattamento del carcinoma prostatico.

REF: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39939364/

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Vedo del sangue nelle urine: mi devo preoccupare?

Vedo del sangue nelle urine: mi devo preoccupare?

L'ematuria è la presenza di sangue nelle urine, che può essere visibile ad occhio nudo (macroematuria) o rilevata solo tramite esame microscopico delle urine (microematuria). 

Dai riscontri effettuati dagli urologi di Firenze, si stima che circa il 2-3% della popolazione adulta presenti almeno un episodio di macroematuria nel corso della vita. Tuttavia, la prevalenza di microematuria, rilevabile solo tramite esami di laboratorio, è molto più alta e può interessare dal 10% al 20% della popolazione adulta, specialmente nei soggetti più anziani.

Il sanguinamento che porta ad ematuria può originare da qualsiasi parte del tratto urinario, come reni, ureteri, vescica, prostata ed uretra, e può manifestarsi come un episodio isolato o ricorrente. Il colore delle urine può dipendere dalla quantità di sangue e dalla durata del sanguinamento, variando da rosso intenso (ematuria franca) a tonalità più scure, come marrone o "marsala".

Le cause dell'ematuria sono molteplici e vanno da semplici infezioni delle vie urinarie, a passaggio di calcoli attraverso l’apparato urinario, a traumi e patologie oncologiche (come i tumori dei reni, degli ureteri o della vescica), fino a fattori esterni come farmaci o alimenti. Nei maschi anziani l’ematuria può dipendere da un significativo ingrossamento della prostata. In alcuni casi, l'urina può apparire rossastra per motivi non legati a ematuria, come le mestruazioni o l'assunzione di certi cibi o farmaci.

Per diagnosticare la causa dell'ematuria, lo specialista urologo richiede solitamente un esame delle urine, spesso associato ad un esame specifico delle urine detto “citologia urinaria su 3 campioni”.  e ulteriori accertamenti, attraverso tecniche di imaging come l’ecografia o la TAC con il mezzo di contrasto o strumentali come la cistoscopia o l’uretero-renoscopia. 

Il trattamento dell’ematuria, dipende dalla risoluzione della causa sottostante: antibiotici per infezioni, rimozione dei calcoli renali, o interventi chirurgici endoscopici o robotici per problematiche più gravi come le neoplasie.

L'ematuria, seppur talvolta benigna, non deve essere mai sottovalutata dal paziente, che deve immediatamente parlarne con il proprio medico di famiglia che provvederà ad inviarlo all’urologo per raggiungere velocemente la diagnosi ed impostare la terapia adeguata.


Riferimento: https://www.msdmanuals.com/it/casa/patologie-delle-vie-urinarie-e-dei-reni/sintomi-delle-patologie-delle-vie-urinarie-e-dei-reni/sangue-nelle-urine

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Careggi tra i primi 200 ospedali al mondo secondo Newsweek

Careggi tra i primi 200 ospedali al mondo secondo Newsweek

L'ospedale Careggi di Firenze si conferma un punto di riferimento per la sanità internazionale, entrando nella prestigiosa classifica di Newsweek dei primi 200 ospedali al mondo. Il policlinico universitario fiorentino è una delle 13 strutture italiane che entrano in questa classifica stilata su 2500 ospedali in 30 Paesi.

Gli esperti americani hanno analizzato diversi parametri: i livelli di cura, la qualità della ricerca, l’attrattività dei professionisti, la soddisfazione dei pazienti. Si tratta di un riconoscimento che testimonia la qualità delle cure e l'impegno costante nel miglioramento dei servizi sanitari offerti. Careggi si distingue per l'alta specializzazione e l'innovazione tecnologica, che contribuiscono a renderlo un polo d'eccellenza in numerosi ambiti.

Tra le eccellenze del policlinico fiorentino spicca in particolare l'Unità di Urologia, un centro di riferimento non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Grazie a un team di specialisti di fama mondiale e a un approccio multidisciplinare, l'Urologia di Careggi è all'avanguardia nella diagnosi e nel trattamento delle patologie urologiche benigne e maligne. 

L'inserimento nella classifica di Newsweek rappresenta un ulteriore prestigioso riconoscimento per l'ospedale fiorentino, che continua a perseguire l'eccellenza, rispondendo alle sfide della medicina moderna con un'attenzione particolare alla qualità del servizio e al benessere dei pazienti. Un traguardo che sottolinea la professionalità e la dedizione degli urologi di Firenze, che grazie alla loro professionalità ed attrattività a livello nazionale, hanno permesso il raggiungimento di questo risultato.

RIFERIMENTO: https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/migliori-ospedali-mondo-careggi-pfezv4yk 

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Colposacropessi robotica: il miglior intervento per prolasso

Colposacropessi robotica: il miglior intervento per prolasso

Il prolasso degli organi pelvici è una causa comune di malattia ginecologica nelle donne anziane. La prevalenza del prolasso è aumentata con l’invecchiamento della società. Come pubblicato in una recente revisione della letteratura, la colposacropessi è un approccio più sicuro ed efficace rispetto all’approccio vaginale nelle pazienti con prolasso perché permette di ottenere un tasso di guarigione anatomica più elevato, un tasso di recidiva inferiore, meno dolori a livello vaginale e una migliore funzione sessuale.
Negli anni, la colposacropessi robotica ha sostituito l’intervento tradizionale in chirurgia open, facilitando la dissezione pelvica profonda e la sutura intracorporea multipla, rendendo la colposacropessi robotica un'opzione chirurgica più sicura e vantaggiosa.