per la Iperplasia Prostatica

Prof. Mauro Gacci, esperto sulla iperplasia prostatica

  • Ho effettuato oltre 3500 interventi per iperplasia prostatica benigna, comprese Holep (enuclezione con laser ad olmio), green light laser (fotovaporizzazione prostatica), TPLA (Laser interstiziale ambulatoriale), B-TURP (resezione bipolare di prostata), RASP (adenomectomia robotica), PAE (embolizzazione prostatica).
  • L’azienda ospedaliero Universitaria Careggi presso cui lavoro è da più di 3 anni al primo posto in Italia per questo tipo di interventi chirurgici, come riportato dalla classifica dell’AGENAS 
  • Dal 2014, faccio parte dell’esclusivo panel internazionale chiamato a redigere ogni anno linee guida europee di urologia sull’iperplasia prostatica benigna il testo di riferimento della nostra professione.
  • Ho oltre 150 pubblicazioni internazionali su riviste indicizzate ad alto impact factor sulla fistiopatologia, diagnosi e trattamento dell’iperplasia prostatica benigna 
  • Ho vinto più di 10 premi e riconoscimenti internazionali per le mie ricerche su questa patologia. Ho effettuato numerose presentazioni in sessioni plenarie su invito sull’iperplasia prostatica benigna, davanti a migliaia di urologi, ai più importanti congressi mondiali di urologia.
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Echolaser, (Laser Interstiziale)

Per Echolaser s’intende una procedura di ablazione del tessuto adenomatoso della prostata mediante delle fibre laser posizionate a livello perineale, cioè la zona di cute interposta tra la sacca scrotale e l’ano.
Si tratta di una procedura ambulatoriale, da effettuarsi in anestesia locale, della durata media di 20-30 minuti circa, dopo la quale il paziente viene dimesso senza necessità di ricovero ospedaliero con il catetere vescicale che verrà rimosso dopo 7 giorni. In confronto ad altre tecniche utilizzate nel trattamento dell’ipertrofia prostatica, questa metodica si presenta sicura e con basso tasso di complicanze, e risulta pertanto applicabile anche a pazienti con comorbidità severe e non candidabili a chirurgia.
Durante la procedura il paziente si trova su cosciali antidecubito in posizione litotomica. Prima di cominciare, viene posizionato un catetere vescicale e praticata l’anestesia locale sottocutanea e peri-prostatica. Con l’ecografia transrettale, si posizionano degli aghi sottili nella ghiandola prostatica a livello dell’adenoma, rispettando una precisa distanza di sicurezza dall’uretra e dalla capsula della prostata. L’energia emessa dalle fibre laser viene applicata direttamente sul tessuto adenomatoso, inducendo necrosi cellulare a livello della ghiandola. Uno dei vantaggi principali di tale tecnica è la preservazione dell’eiaculazione.

REZUM

La metodica Rezum rende possibile il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna mediante l’impiego di vapore acqueo, erogato sul tessuto prostatico per via transuretrale. La procedura viene eseguita per via endoscopica in sala operatoria con paziente in posizione litotomica. Tramite un ago sottile situato sulla punta del cistoscopio, viene applicato direttamente nel tessuto prostatico vapore acqueo ad alta energia che provoca una necrosi delle cellule della zona transizionale della prostata. La durata della procedura è di circa 10-15 minuti ed il paziente viene dimesso il giorno stesso, dopo qualche ora di monitoraggio, con il catetere vescicale che poi verrà rimosso 7 giorni dopo l’intervento. La preservazione dell’eiaculazione e la rapidità della procedura rappresentano le caratteristiche principali di questa opzione terapeutica.
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UROLIFT

L’UROLIFT è una tecnica endoscopica che trova impiego nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna caratterizzata dalla presenza di lobi prostatici laterali particolarmente prominenti in prostate di piccole-medie dimensioni. L’intervento viene eseguito in sala operatoria per via cistoscopica e consiste nell’ancoraggio dei lobi prostatici alla capsula della prostata mediante l’applicazione di tiranti, posizionati in ciascuno dei lobi laterali.
L’operazione ha una durata media di 10-20 minuti e l’ospedalizzazione dura circa 1-2 giorni al fine di monitorare diuresi e le urine per quanto riguarda il sanguinamento, essendo la capsula prostatica molto vascolarizzata. Il paziente viene dimesso senza catetere.
Come con l’impiego di altre tecniche, quali il Rezum ed il TPLA, anche l’Urolift permette di preservare l’eiaculazione.

PAE (Embolizzazione prostatica)

L’embolizzazione delle arterie prostatiche (PAE- prostatic arteries embolization) si sta affermando come trattamento principale dell’ipertrofia prostatica in pazienti anziani e con numerose comorbidità che rendono controindicato qualsiasi altro tipo di procedura chirurgica o ambulatoriale di disostruzione prostatica. La procedura ha la durata media di 40-60 minuti e viene effettuata da un radiologo interventista tramite un piccolo accesso vascolare arterioso, solitamente a livello femorale. Mediante una sonda vengono occlusi rami arteriosi tributari della ghiandola prostatica. Tale procedura induce una necrosi ischemica, quindi coagulativa, del tessuto adenomatoso tale da provocare una riduzione delle dimensioni dell’adenoma prostatico dopo qualche mese.
Il paziente rientra in reparto con un catetere che verrà rimosso dopo 7-10 giorni e potrà essere dimesso il giorno dopo la procedura previa esecuzione di esami ematici di controllo.
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TURP (Resezione transuretrale di prostata)

La TURP, o resezione transuretrale della prostata, è un intervento chirurgico endoscopico che per molti anni ha rappresentato il trattamento di scelta dell’ipertrofia prostatica benigna. Questo intervento prevede l’impiego di uno strumento dotato di una fonte luminosa, una telecamera e un’ansa di resezione, che viene introdotto in vescica attraverso l’uretra, dando modo di resecare ed asportare il tessuto ghiandolare prostatico eccedente.
I tempi operatori medi sono di circa 60 minuti, compatibilmente alle dimensioni della prostata. Al termine dell’operazione, viene posizionato un catetere vescicale a tre vie per effettuare il lavaggio della vescica. La degenza media è di 3-4 giorni dopo i quali viene rimosso il catetere ed è possibile essere dimessi previa ripresa della minzione spontanea. Sanguinamenti, emissione di coaguli o frustoli con le urine, bruciore ed urgenza minzionali costituiscono manifestazioni molto frequenti nel primo periodo post-operatorio.

HOLEP (enucleazione prostatica con laser ad olmio)

L’enucleazione di adenoma prostatico mediante laser ad olmio, o HoLEP (Holmium Laser Enucleation of Prostate), costituisce un intervento endoscopico per patologia prostatica benigna che trova la sua indicazione nel caso di prostate di notevoli dimensioni.
La procedura viene condotta per via endoscopica, mediante l’utilizzo di una fibra laser, che permette di enucleare l’adenoma prostatico responsabile della sintomatologia urinaria. Le tempistiche dell’intervento si attestano tra 90 e 120 minuti. Attraverso il laser stesso viene effettuata l’emostasi dei vasi sanguinanti. L’adenoma è poi spinto in vescica e conseguentemente frammentato e aspirato mediante un morcellatore. In casi di adenoma talmente voluminoso da poter rendere estremamente lungo il tempo di morcellazione, viene praticata una piccola incisione addominale, aperta la vescica (cistotomia) ed asportato manualmente il pezzo operatorio.
Al termine dell’intervento viene posizionato un catetere vescicale a tre vie per un lavaggio vescicale. La rimozione del catetere vescicale viene effettuata in terza-quarta giornata post- operatoria, successivamente il paziente è dimesso presso il proprio domicilio.
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Greenlight laser

Un ulteriore mezzo per effettuare l’intervento chirurgico endoscopico disostruttivo per l’ipertrofia prostatica benigna è il Green-light laser. Tale metodica si avvale dell’utilizzo di una fibra laser con la quale viene effettuata la vaporizzazione del tessuto prostatico ipertrofico. A cause delle caratteristiche fisiche del laser stesso, vale a dire l’elevata affinità per l’emoglobina e conseguente alto potere coagulativo, rappresenta un’opzione terapeutica applicabile in pazienti impossibilitati a sospendere la terapia antiaggregante ed anticoagulante e pertanto a maggior rischio di sanguinamento. L’indicazione primaria è costituita da prostate di piccole dimensioni, alto rischio di sanguinamento ed assenza di sintomatologia irritativa.
La procedura ha la durata media di circa 40-50 minuti ed al suo termine viene posizionato un catetere vescicale a tre vie per un lavaggio vescicale. La rimozione del catetere risulta possibile già a partire dalla seconda giornata post-operatoria, dopo la quale il paziente è dimesso presso il proprio domicilio.

RASP (adenomectomia robotica)

La RASP - Robot Assisted Simple Prostatectomy è una tecnica chirurgica che viene impiegata per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna in prostate estremamente voluminose tali da rendere l’intervento endoscopico molto complesso se non impraticabile.
La rimozione della prostata per patologia benigna veniva eseguita molti anni fa tramite un’incisione dall’ombelico al pube. Grazie all’introduzione del robot, lo stesso tipo di procedura viene eseguito in modo mini-invasivo e tramite delle piccole incisioni sull’addome, attraverso cui vengono inseriti gli strumenti robotici. Dopo aver inciso la parete anteriore della prostata, l’adenoma viene scollato a 360° dalla porzione periferica della prostata e rimosso da questa. Il paziente si risveglia dall’anestesia con un catetere vescicale ed un drenaggio addominale. Il catetere viene rimosso in seconda o in terza giornata post-operatoria, mentre il drenaggio addominale il giorno dopo la procedura se non rifornente. Effettuate queste operazioni, il paziente è pronto per la dimissione. Possibile complicanza post-operatoria è rappresentata dal sanguinamento nel sito di asportazione dell’adenoma.
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Ricercatore internazionale con oltre 800 pubblicazioni - Docente universitario presso l'Università degli studi di Firenze